Si parla tanto di packaging perché sono elementi protagonisti dello smaltimento dei rifiuti. Plastiche, carta, cartone, vetro sono materiali riconducibili ai diversi tipi di imballaggi che l’industria e il commercio usano e che noi consumatori portiamo a casa insieme alle cose che compriamo.
Il packaging compostabile è sempre più utilizzato, soprattutto nel settore alimentare, proprio perché risolve in modo pratico la differenziazione della spazzatura. Le buste della spesa ormai sono tutte biodegradabili e compostabili, ma stanno andando in questa direzione anche pacchetti e pacchettini che un tempo finivano in una pattumiera indifferenziata.
Non è semplice come si pensa ottenere il marchio di compostabile, perché occorre che i packaging abbiamo caratteristiche tecniche precise e dimostrate attraverso test.
Chi dice che un packaging è sostenibile?
Prima della metà degli anni ’90 dello scorso secolo era davvero problematico per una persona capire se un imballaggio fosse biodegradabile o meno. C’è da dire che fino a quel tempo le aziende non erano attente come oggi a tutto ciò che ora definiamo sostenibile, ma già qualche imprenditore lungimirante tentava di proporre confezioni poco impattanti.
Dal 1994 è proprio la Comunità Europea a definire i primi standard per i packaging sostenibili, infatti sulla Gazzetta ufficiale del 20 dicembre di quell’anno veniva pubblicata la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio in cui si leggeva all’articolo 1:
“Fine della presente direttiva è armonizzare le misure nazionali in materia di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, sia per prevenirne e ridurne l’impatto sull’ambiente degli Stati membri e dei paesi terzi ed assicurare così un elevato livello di tutela dell’ambiente, sia per garantire il funzionamento del mercato interno e prevenire l’insorgere di ostacoli agli scambi nonché distorsioni e restrizioni alla concorrenza nella Comunità”.
Questa direttiva di oltre un quarto di secolo fa era solo un primo step per definire univocamente il packaging compostabile. Infatti, nel 2002 è arrivata una norma che ha migliorato e uniformato le precedenti indicazioni provenienti dall’Europa.
La normativa EN 13432:2002 porta il nome di “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi” e, come è deducibile dal lungo e descrittivo titolo, ed è il documento da tenere in considerazione per stabilire se un packaging può essere definito compostabile o biodegradabile.
Etichette compostabile: perché sono importanti
Le regole del packaging compostabile valgono anche per le etichette compostabili, infatti chi si occupa professionalmente di stampa di etichette tratta questo argomento sui propri siti.
Un imballaggio non è solo l’involucro che protegge la merce durante le fasi di trasporto e stoccaggio, ma lo è anche quel pezzetto di carta che viene appiccicato sopra al packaging. Chi produce e anche chi utilizza imballaggi compostabili, che seguono tutti i parametri della normativa precedentemente menzionata, deve utilizzare o chiedere che vengano utilizzate etichette certificate che garantiscono gli standard richiesti per essere “green”.
Oggi sono a disposizione di chiunque carte biodegradabili certificate idonee alla stampa di etichette, ma bisogna tenere anche in considerazione che l’inchiostro è una sostanza non biodegradabile e la quantità massima che può essere presente non deve far eccedere la quota del 5% del peso secco della somma dei componenti non biodegradabili presenti nell’etichetta.
Nella maggioranza dei casi l’inchiostro non è presente in una quantità tale da rendere la totalità dell’etichetta non biodegradabile.
Le aziende che utilizzano packaging nei loro processi industriali e vogliono essere certe di utilizzare imballaggi ecologici devono rivolgersi a imprese specializzate nella stampa di etichette molto serie e, soprattutto, che abbiano una forte inclinazione ambientalista.
In conclusione: il packaging compostabile deve rispettare i parametri descritti nella norma EN 13432:2002 nella sua totalità, quindi sono importanti anche le caratteristiche delle etichette.