Con l’accelerazione dell’emergenza climatica, l’impatto che l’industria della moda ha sul pianeta è diventato una priorità per i brand, che si vedono costretti a cambiare la loro vision per muoversi verso un futuro più sostenibile e più verde.
I brand che hanno cominciato a strizzare l’occhio alla sostenibilità, però, stanno ancora trascurando una fascia demografica chiave all’interno delle loro collezioni, mentre è chiaro che il futuro del mondo intero ha necessità di aprirsi non solo alla sostenibilità, ma anche all’inclusività.
La strada è ancora lunga e, ad oggi, meno del 20% dei prodotti sostenibili sul mercato soddisfa anche le esigenze di persone che vestono taglie superiori alla media.
La sostenibilità deve essere inclusiva
Il futuro della sostenibilità deve essere inclusivo: la moda deve dare la priorità non solo al pianeta, ma anche alle persone. In quest’ottica i marchi, dall’alta moda al fast fashion, non possono definirsi sostenibili se continuano a ignorare gruppi che ancora oggi restano ai margini di campagne e collezioni.
Il mercato globale delle plus size continua a crescere e si prevede sempre maggiore richiesta negli anni a venire. Inoltre, la comunità del body positivity continua ad aumentare ed è oggi molto più forte sui social media. Ciò che tale comunità chiede è proprio una moda inclusiva, che non guardi alla taglia 40 come ad uno stile di vita o ad un obiettivo da raggiungere.
La domanda è costante
Basta guardare alle tendenze delle ricerche globali su Google per rendersi conto di come ci sia una crescita costante nella ricerca di termini come “plus size sostenibile” o “no gender sostenibile”. Con la discussione quotidiana sulle questioni ambientali, diversi nuovi marchi stanno entrando nel mercato producendo linee ecologiche. Tuttavia, diventa ancora più frustrante doversi sempre accontentare per quei consumatori alla ricerca di alternative sostenibili, che sposino la loro fisicità e i loro gusti.
È per sopperire a questi gap ancora presenti nel mondo della moda che nascono nuovi marchi come NeuroFashion, un brand realmente innovativo nella sua proposta. Neurofashion è un brand che si rivolge a tutti, e crea capi adattabili a tutti, senza distinzione di taglia, sesso ed età. Le sue creazioni sono prodotte in maniera sostenibile, utilizzando tessuti cruelty free e vegani, destinati a durare e ad adattarsi a ogni esigenza. La collezione che Neurofashion propone, inoltre, è prodotta in Italia nel pieno rispetto delle condizioni dei lavoratori.
Non solo: il marchio si è affacciato sul mercato con uno sguardo proiettato verso il futuro, abbracciando tutti i temi importanti per le persone e il pianeta. E ha creato una guida no-size pratica e rivoluzionaria.
La richiesta del mercato
Ormai è chiaro che il fast fashion non è sempre una buona opzione da considerare: comprare grandi quantità di capi, di qualità scadente, produce solo più rifiuti e più scarti. Inoltre, non è da sottovalutare la consapevolezza che, se un abito costa poco, molto probabilmente chi lo produce non vive condizioni di lavoro ottimali.
La sostenibilità è quindi in primo piano nella moda del 2021. Una moda rivolta ora anche all’inclusività. Che non vuol dire solo produrre capi per taglie forti, ma pensare a un nuovo modo di vestire, per esempio utilizzando lo stesso modello per qualsiasi fisicità e per generi diversi. Dove sta andando il mercato?
Il mercato di adegua, con lo shopping online ormai decollato oltre misura, è più cruciale che mai trovare capi che vestano perfettamente per evitare che gli articoli vengano restituiti o scartati.
Andiamo quindi verso un abbigliamento adattivo che, durando nel tempo, si adatta ai mutamenti del corpo negli anni, ai cambi di taglia e alle diverse fasi della vita. Parliamo di abiti che hanno dei margini extra di tessuto intorno ai fianchi, o cinture staccabili, vita regolabile, aperture e restringimenti per le maniche. Capi rivoluzionari, e sempre più amati.