Applicazioni cloud-native e cloud computing: se ne sente parlare sempre più spesso ma non c’è sempre consapevolezza su che cosa siano, su come si sviluppino e su quali siano i loro vantaggi.
Le applicazioni cloud-native sono quelle pensate e sviluppate per poter trarre il massimo vantaggio da modelli di cloud computing per migliorarne la velocità e l’efficienza.
Come si sa, il cloud computing è un servizio che consente di accedere ai server ed ai servizi per la memorizzazione dei dati, l’archiviazione 24 ore su 24 senza dover sostenere i costi della gestione totale: si tratta di un servizio versatile, personalizzabile, che migliora la produttività aziendale con un piccolo investimento di gran lunga inferiore rispetto all’acquisto di server e pc. Per usare al meglio questo servizio per le aziende si può usare l’approccio cloud-nativo: le applicazioni cloud-native sono, sostanzialmente, delle app che sono residenti nel cloud pubblico e non nel data center privato (dell’azienda, ad esempio). L’approccio delle applicazioni cloud-native quindi è pensato per poter consolidare il servizio a livello pubblico, secondo la stessa logica del cloud computing, e non a livello aziendale, e può essere usata e gestita da più soggetti. Le applicazioni cloud-native sono pensate, progettate, create per poter rispondere alle esigenze di un sistema moderno di cloud computing e sono create per essere flessibili ed elastiche. La maggiore differenza, per quelle app, consiste quindi nelle modalità con le quali sono create (o meglio sviluppate), distribuite e gestite.
Infatti le applicazioni cloud-native sono pensate per integrarsi alla perfezione all’interno di un cloud, privato o pubblico, e per poter utilizzare appieno i vantaggi delle app native è necessario gestire e trasformare anche la loro applicazione e il loro sviluppo.
Lo sviluppo cloud-native, in fondo, non significa altro che un differente approccio alla realizzazione delle applicazioni cloud-native e al loro aggiornamento, per renderle perfettamente idonee al funzionamento all’interno di un sistema di cloud e per minimizzare gli errori.
Come si sviluppano le applicazioni cloud-native
Le app cloud-native quindi sono pensate per essere agili, flessibili, facilmente utilizzabili e per essere distribuite nel clou computing. Svilupparle, però, richiede un insieme di passaggi da rispettare rigorosamente. Ci sono diverse tappe per sviluppare applicazioni cloud-native.
In primo luogo, è bene velocizzare le app esistenti, utilizzando i c.d. monoliti veloci. Per poter sviluppare applicazioni cloud-native bisogna cambiare innanzitutto l’approccio allo sviluppo, come ci racconta il Dott. Marco Ilardi, responsabile dell’azienda Micropedia specializzata in sviluppo software e comunicazione aziendale, ed utilizzare monoliti veloci è una buona alternativa per migliorare l’agilità delle app.
Bisogna anche ricordarsi di usare servizi applicativi e rendere rapido lo sviluppo. I componenti riutilizzabili per lo sviluppo delle app native devono però essere pensati e rimodulati per integrarsi alla perfezione nella struttura del cloud computing, altrimenti si rischia solamente il rallentamento delle app e un servizio non ottimale.
Conviene ricordare che ogni task ha il suo strumento ideale, e che è meglio automatizzare il procedimento per accelerare il rilascio delle applicazioni cloud-native in maniera più rapida ed efficiente.
Non è sufficiente, in sostanza, spostare le vecchie app già usate sul sistema cloud: questo comportamento non permette di poter usufruire al meglio del sistema di cloud computing, è necessario al contrario sviluppare ad hoc delle applicazioni cloud-native che sono pensate per integrarsi in modo perfetto all’interno del sistema cloud, senza compromettere agilità e rapidità di utilizzo. Le app cloud-native molto spesso sono implementate grazie al API-drive-service, che permette di ‘scomporre’ l’app in diversi servizi e di incrementare la modularità dell’applicazione, rendendo più semplice testare e capire il software.
I vantaggi delle applicazioni cloud-native
Le applicazioni cloud-native sono caratterizzate dal fatto di essere costantemente aggiornate e sempre disponibili: in genere non hanno quindi delle parentesi di inattività nel corso dell’aggiornamento.
Si tratta di app elastiche, nel senso che sono perfettamente integrate nel clou e che usano risorse migliorate nei periodi in cui c’è il picco di utilizzo. L’app cloud-native, in sostanza, si adatta bene al tipo di uso che ne viene fatto ed è in grado di mutare dimensioni e risorse sulla base delle esigenze dell’utilizzatore, in maniera alquanto dinamica.
Le applicazioni cloud-native sono sempre connesse e non rigide rispetto alle risorse di rete, possono adeguarsi ai cambiamenti nei sistemi di archiviazione, dei database e delle tecnologie di rete, facendo così della flessibilità la loro caratteristica principale.
Un’app cloud-native deve essere innanzitutto agile e veloce senza intervento manuale, quindi il sistema di automazione permette di gestirle senza dover intervenire manualmente di volta in volta.
I vantaggi delle applicazioni cloud-native rispetto alle applicazioni tradizionali, in sostanza, non sono certo pochi. Quello che serve, quindi, è un nuovo modo di approcciarsi al tema del cloud computing ed alle applicazioni cloud-native, imparando a sviluppare queste ultime con le loro particolarità e secondo schemi differenti, non limitandosi a trasporre le vecchie app nel cloud.