Nei periodi invernali nelle abitazioni è d’obbligo accendere i riscaldamenti per ottenere una temperatura in grado di riscaldarci e farci stare bene. Un ambiente troppo caldo però non è sempre sinonimo di benessere, in quanto l’eccesso può dar fastidio o addirittura creare problemi a soggetti con determinate patologie. Per questo esistono i termostati, in grado di accendere automaticamente la caldaia e di spegnerla quando è stata raggiunta la temperatura impostata.
Le caldaie a gas si possono considerare uno degli elementi più importanti per il benessere abitativo. Basti pensare alla loro funzione di riscaldare l’acqua, cosa che ci consente di fare delle belle docce rilassanti.
Anche qui però bisogna fare attenzione agli sprechi energetici. Far lavorare la caldaia ai massimi regimi per ottenere una temperatura dell’acqua superiore alle nostre esigenze, consuma energia elettrica, gas e provoca emissioni eccessive di CO2.
Ma è possibile evitare gli sprechi?
Con le caldaie moderne si, perché oltre ai tanti sistemi di ottimizzazione dei consumi, permettono di impostare la temperatura ideale dell’acqua semplicemente premendo il tasto “benessere”.
Attivando questa funzione sulla caldaia, l’acqua sarà sempre disponibile ad una temperatura ideale e si evita che ogni volta che si apre l’acqua calda, l’apparecchiatura si attivi ai massimi regimi per scaldarla in pochi secondi.
Nelle caldaie più datate però, a volte, senza che appaia nessuna segnalazione di errore, premendo il tasto benessere l’acqua non risulta essere abbastanza calda quanto desideriamo. Colpa della funzione benessere? No. C’è solo bisogno di una pulizia.
Ce ne parla Renato, titolare di una ditta specializzata in assistenza caldaie a Roma, che di casi simili nella sua vita lavorativa ne ha visti a centinaia.
Tasto Benessere caldaia non scalda l’acqua
Quando la caldaia in modalità “benessere” non scalda l’acqua abbastanza, nel 90% dei casi è un problema dovuto alla mancata pulizia annuale.
Come tutti gli apparecchi, anche la caldaia, benché dotata di un coperchio di protezione, può accumulare sporco e polvere al suo interno.
Quando si interviene su questo tipo di problema, il tecnico per prima cosa va a verificare la pressione in uscita del gas dalla valvola. È uno scrupolo che ci si vuole togliere per escludere un guasto eventuale alla caldaia.
Dopodiché si vanno a controllare gli “ugelli” del gas per vedere se siano intasati. Ed è proprio questa la causa più frequente della mancanza di uscita dell’acqua calda dal rubinetto alla temperatura desiderata.
Quando una caldaia non viene sottoposta a manutenzione annuale, ma con cadenze maggiori, spesso si verifica un accumulo di sporco negli ugelli. In queste condizioni essi faranno passare una quantità minore di gas, non sufficiente a scaldare l’acqua in tempi rapidi. L’ostruzione degli ugelli si ripercuoterà sui consumi di gas e di energia elettrica, perché la caldaia dovrà lavorare più a lungo per far raggiungere all’acqua la temperatura impostata e di conseguenza si avranno anche maggiori emissioni di CO2.
La cura è molto semplice da applicare: si smontano gli ugelli uno ad uno (di solito sono 4) e si disostruiscono con una punta metallica.
Il consiglio che mi sento di dare è quello di non arrivare mai a questo punto. Una manutenzione annuale della caldaia a Roma, ad esempio, costa tra i 60 e gli 80 euro. L’intervento per disostruire gli ugelli costa senz’altro di più. Se a questi costi aggiungiamo la spesa maggiore destinata alle bollette del gas e dell’energia elettrica, ecco che l’apparente risparmio ottenuto evitando la pulizia annuale della caldaia è stato solo apparente.